Dopo essere stata la prima ad affrontare il tema della moto classica, con la W650 del 1999, Kawasaki non aveva più esplorato quel filone, smettendo infine di produrre la W800 l'anno scorso.
La filiale italiana aveva provato a vivacizzare l'argomento proponendo, sempre l'anno scorso, la serie speciale Vulcan 70, costruita con la collaborazione del customizer veronese Mr Martini, ma si era trattato soltanto di un esperimento.
La nuova Z900RS, presentata oggi al 45° Tokyo Motor Show e che vedremo dal vivo ad Eicma, rimette le cose a posto.
Come si era ipotizzato vedendo il primo video teaser, diffuso un mese fa da Kawasaki, la nuova quattro cilindri 900 ha deciso di ispirarsi all'estetica della famosa 900Z1 bialbero lanciata nel 1972, utilizzando però la base tecnica della Z900 in vendita da quest'anno.
Non si tratta quindi di una moto inedita per cui qualche compromesso stilistico è rimasto, ma il risultato resta comunque convincente.
Gli elementi estetici che ci portano a compiere un viaggio romantico nel tempo sono la forma a goccia del serbatoio, con la tipica colorazione bicolore (ce ne sono altre due oltre alla classica amaranto/arancio), il codino ad unghia (che è stato accorciato), la sella unica e a due piani, trapuntata e con la cinghia d'appiglio per il passeggero, la strumentazione a doppio elemento rotondo con le particolari custodie a ogiva, il faro rotondo (luce a led) con la cornice cromata, e infine il manubrio tubolare cromato. Lo scarico a singolo terminale, cromato ovviamente, ha un disegno anch'esso tradizionale e con i quattro collettori dall'andamento meno movimentato rispetto a quelli della Z900.
La parte alta della moto è dunque molto classica, poi ci sono le fiancatine sotto la sella più slanciate di quelle di un tempo, che fanno da unione con la base tecnica moderna e nota, perché deriva appunto dalla Z900 attuale.
Il quattro cilindri di 948 cc, infatti, è esattamente lo stesso, ma con nuovi carter laterali e testata alettata (il raffreddamento è chiaramente a liquido) secondo i dettami delle moto classiche.
Cambia nella fasatura di distribuzione, addolcita, e nell'alimentazione (air-box, iniettori, mappatura), accordata anch'essa a un motore che deve offrire maggior tiro sotto ai 7.000 giri, rinunciando alla potenza agli alti regimi. La potenza è scesa infatti dai 125 cavalli della Z900 ai 111 cv a 8.500 giri destinati alla RS. La coppia massima ha mantenuto lo stesso valore (10 kgm), ma sulla RS il picco è a 6.500 invece che a 7.700 giri. Da notare che è stato aggiunto il controllo di trazione, su due livelli, non presente sulle più potenti Z900 e Z1000.
La ciclistica utilizza il telaio a traliccio di tubi di acciaio della Z900, ma con una differente struttura reggisella, e quindi con una seduta che sale dai 795 agli 835 mm da terra. Anche il manubrio è più largo e alto rispetto a quello della Z900, a favorire una guida meno caricata sull'avantreno.
Tornando alla ciclistica, la sospensione posteriore con l' ammortizzatore Horizontal Back-Link regolabile, e il forcellone, sono quelli della Z900 con identica misura di escursione ruota (140 mm).
Cambia invece l'avantreno, che vede sempre la forcella rovesciata con steli da 41 mm, ma un diverso impianto frenante con nuovi dischi da 300 mm e nuove pinze radiali. Le ruote da 17 pollici sono a razze, ma con disegno molto sottile,per ricordare maggiormente quelle a raggi offrendo però maggior rigidezza. Kawasaki ha anche preparato una lista di accessori dedicati che ne modificano le finiture e aggiungono manopole riscaldabili e piccolo cupolino.
Il peso in ordine di marcia della nuova RS è di 215 kg, cinque in più rispetto alla Z900.
Il prezzo non è stato ancora comunicato, ma lo si dovrebbe conoscere a Eicma
fonte
moto.it